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Gli Stati Generali
Suoni e visioni - Roma, Museo Bilotti, concerto del pianista Axel Trolese
Recensione completa http://www.glistatigenerali.com/musica-classica/roma-bilotti-concerto-del-pianista-axel-trolese/
Axel Trolese, pianista appena ventenne, ha recentemente pubblicato un cd in cui, con straordinaria maturità, intelligenza e sensibilità, interpreta gli Studi di Debussy (The Late Debussy, Etudes & Epigraphes Antiques. Movimento Classical MVC 001/16). Ora si presenta al pubblico romano con un concerto interamente dedicato al pianoforte del periodo cosiddetto classico, quello cioè che va da Haydn a Beethoven.
[...] Trolese è apparso attentissimo alla scansione dei diversi momenti della complessa e abile costruzione formale. Attento anche ai contrasti tra le sezioni, e all’interno di ciascuna di esse. Splendido per delicatezza e fluidità, il minuetto. Soprattutto il trio, misterioso, sussurrante.
[...] Il merito, dunque, e la notevole lucidità, di Trolese, sta nell’avere individuato molto bene i caratteri di queste sonate “classiche”. Un gioco di forze insieme drammatiche e virtuosistiche in Clementi. Un virtuosismo piegato a raccontare l’avvicendarsi di avventure musicali imprevedibili, nella due sonate mozartiane e soprattutto in quella in fa maggiore K. 332. L’irruzione dell’improvviso motivo eroico in minore nello spazio del primo tema (in realtà una successione di più idee musicali) è stato da Trolese giustamente esasperato e messo bene in contrasto con l’aerea ironia dell’idea musicale successiva, il vero “secondo” tema. Questo dimostra quanto Trolese sia attento alla costruzione formale delle musiche che interpreta, e quanto pertanto pieghi il tocco, il fraseggio, il respiro, alla percezione della forma. L’ascoltatore sente svilupparsi nell’ascolto i procedimenti musicali adoperati dal compositore e messi in rilievo dall’interprete.
[...] Il pubblico applaude. Trolese concede due bis, modernissimi, ma a loro modo due classici del Novecento, tanto per restare in ambito “classico”: il primo degli Studi di Debussy, che rievoca ironicamente Czerny, allievo di Beethoven, come nel Doctor Gradus ad Parnassum del Children’s Corner aveva evocato Clementi, e la Toccata di Ravel. Un concerto che sotto veste di diletto musicale ci ha proposto una riflessione sulla classicità nella musica. Una conferma, infine, e dal vivo, di quanto Axel Trolese sembrava promettere con la registrazione degli Studi di Debussy.
Le Salon Musical
Un giovane pianista per l'ultimo Debussy
Pubblicata il 01 agosto 2017
Le Salon Musical
Riva del Garda: quando non si ha paura del secondo Novecento. La giovane promessa Axel Trolese si confronta con Stockhausen
Recensione completa: https://www.lesalonmusical.it/riva-del-garda-quando-non-si-ha-paura-del-secondo-novecento-la-giovane-promessa-axel-trolese-si-confronta-con-stockhausen/
[...] Ha avuto coraggio il giovane pianista nell’inserire nel programma, tra i consueti Mozart, Chopin, Beethoven e De Falla, il Klavierstück IX di Karlheinz Stockhausen (1965) composizione certo di non facile ascolto. La bravura di Trolese in questo pezzo è stata quella di aver puntato sulla ricerca delle espressività sonora del brano fatto di accordi continuamente ribattuti, sospensioni, cambiamenti di ritmo, senza perdere di vista la produzione della massa sonora che caratterizza la composizione pianistica d’ avanguardia.
Amadeus news
Tempo di bilanci per la XIV edizione dell'Amiata Piano Festival
Recensione completa: https://www.belviveremedia.com/amadeus/amadeus-news/tempo-di-bilanci-per-la-14esima-edizione-dellamiata-piano-festival
[...] Il giovane Axel Trolese ha poi offerto un impegnativo quanto limpido ascolto della trascrizione lisztiana dell’ouverture dal Guillaume Tell, sottolineando la colorita ridondanza della rilettura di Liszt.
Romaoggi.eu
Il Pianista Axel Trolese in concerto per “Festival Opera Barga 2017”, venerdì 4 agosto al Teatro dei Differenti
Continua la collezione dei successi di Axel Trolese che ora più che mai sta cavalcando la cresta dell’onda, è recente, infatti il clamore che ha suscitato a Fontainebleau, con il concerto degli allievi al termine della seconda fasedel Masterclass d’estate di Philippe Entremont. Soltanto due i giovani artisti presentati da Entremont come “Brillante nuova generazione di pianisti”: Axel Trolese e Sayaka Kimura.
Articolo completo: http://www.romaoggi.eu/index.php/2017/08/03/axel-trolese-2/
Romaoggi.eu
Axel Trolese, concerti pianistici il 27 a Chioggia e il 28 a Ceggia
Axel Trolese, il giovane pianista apriliano, continua ad incantare il suo pubblico, e senza perdere mai la scena con il suo talento pianistico, e oserei dire, spiazzante per la maturità, se raffrontato alla sua giovane età, altri due appuntamenti eccezionali sono in programma per questo Week end : Sabato 27 maggio, alle ore 20.45, all’Auditorium San Nicolò di Chioggia, e domenica 28 maggio, alle ore 17.00, a Villa Loredan Franchin di Ceggia. Il talento del giovane Axel Trolese, già vincitore del premio “Alfredo Casella” al Concorso Pianistico Nazionale “Premio Venezia 2015” e, nel 2016, del “Premio EduMus” dedicato ai migliori giovani musicisti italiani, sarà protagonista di due concerti pianistici sulle musiche di Liszt, Mozart, Chopin, Scarlatti e De Falla.
Articolo completo: http://www.romaoggi.eu/index.php/2017/05/26/axel-trolese/
Corriere dello Spettacolo
Axel Trolese e il suo primo disco “The Late Debussy”. Suonare sognando per far sognare
Recensione completa: corrieredellospettacolo.net
[...] Trolese si immerge completamente in questo concentrato di note espressive e fantastiche e tramite un tocco leggero ed elegante e il rispetto delle pause, che porta il brano ad aprirsi senza così risultare asfissiato da eccessi di foga, ci porta con sé in questo viaggio nel tempo, dove le emozioni s’intingono di speciale energia, che sembra rimasta ferma a un attimo ormai finito, in un’era mitica e aurea non più presente ai nostri giorni. Note libere, mordenti improvvisi, arpeggi lasciati all’indipendenza espressiva si alternano in questi pezzi che sembrano come composti da tocchi di colore qua e là e che formano pian piano un dipinto che mi pare contraddistinto da quella patina bronzea tipica dell’antichità.
[...] Così come è a suo agio nelle “Epigrafi”, Trolese dimostra grande rispetto dell’autore e ottima capacità tecnica e interpretativa negli “Studi”, che anche in questo caso risentono dello spirito astratto, mistico, a tratti ieratico, di Debussy che, facendo largo uso della scala pentatonica, dà alle sue opere un aspetto orientaleggiante, il quale, come si diceva prima, ci porta a discostarci automaticamente dal nostro modo culturale di sentire, lasciandoci avvicinare a “mondi altri”, lasciandoci avvolgere da magiche e straordinarie atmosfere, che il pianista italiano, benché giovanissimo, sembra avere i mezzi per comprendere nel profondo e per restituire con maturità all’auditore, per la gioia del suo orecchio.
Teatro.it
Le cangianti sonorità dell'ultimo Debussy
Recensione completa: Teatro.it
[...] Così però non è, dato che al dispetto del mero dato anagrafico il pianista Axel Trolese – vincitore a Venezia, a soli diciott'anni del Premio Casella 2015 - può mettere in mostra non solo un'assoluta padronanza tecnica dello strumento e delle sue risorse, conquistata in Italia prima diplomandosi col massimo dei voti nel 2014 a Cremona con Maurizio Baglini, e seguendo anche gli insegnamenti di Roberto Prosseda e Alessandra Ammara; padronanza attualmente in via di ulteriore affinamento nella classe di Denis Pascal a Parigi. Ma anche esibire una spiccata personalità ed una già invidiabile maturità artistica, che fanno presagire di qui in avanti ulteriori grandi traguardi interpretativi. E soprattutto, in questo particolare caso, un'inaspettata interiore vicinanza ed una introspettiva affinità con il peculiare spirito di queste tarde composizioni debussyane: perché in questa sua esecuzione le sonorità astratte, gli intarsi melodici, le combinazioni timbriche, le atmosfere sospese di queste due straordinarie raccolte trovano grazie al tocco delle sue mani piena realizzazione. Affinità forse ancor più evidente nella raffinata resa delle Six Épigraphes antiques che aprono il CD - qui nella loro posteriore versione per piano solo - dove i fascinosi impasti sonori paiono rilucere in tutti i loro cangianti colori, immersi in una vaporosa luce riflessa come nelle lievi Ninfee di Monet. Non a caso, frutto di inesauste ricerche pittoriche anticipatrici a loro volta della pittura informale e dell'action painting d'Oltre Oceano.
CdClassico.com
CD MOVIMENTO CLASSICAL: “THE LATE DEBUSSY”, AXEL TROLESE
Recensione completa: CdClassico.com
[...] Non è il caso di fare raffronti e paragoni, citando tizio e ricordando caio, ma è indubbio che l’impronta che Axel Trolese ha lasciato di queste opere è circoscritta a un’orma che è frutto di un’attenta valutazione e riflessione della partitura (e qui gli insegnamenti che ha ricevuto da Baglini e da Prosseda si fanno sentire) che porta l’interprete ad essere mediatore di se stesso sulla spinta emotiva, sensitiva ed empatica che gli permette di esprimere la musica di quel dato compositore. Quindi, ne esce un Debussy che non cade nella trappola della melodia mimetica, di un Debussy che sa essere apollineo ma che non riesce, allo stesso tempo, a resistere al solletico dionisiaco (si ascolti la quarta Epigrafe Pour la danseuse aux crotales), in cui il gesto pianistico non soggiace alla volontà di eccedere, manifestando quello che non c’è, ma lasciandolo intuire (e in ciò il pianismo debussyano è a dir poco micidiale). Manifestazione/intuizione che aumentano a livello esponenziale negli Studi, la cui lettura di Trolese vuole essere una sorta di ponte di liane tra la tradizione del romanticismo ottocentesco (lo studio come sfida per affrontare interpretativamente se stessi) e la volontà di andare oltre senza chiudere in faccia la porta della tradizione (altrimenti il rischio è un’esecuzione a “trazione anteriore”, ossia sfacciatamente “modernista”, con Debussy che scopre improvvisamente di essere diventato, malgré soi, un Arlecchino servitore di Busoni e di Skrjabin).
[...] Da qui un Debussy che si pone sulla discriminante di una sua “storicizzazione” (e ciò si evince dalla lettura tesa, ricca di percettibili sfumature timbriche, data agli Studi), senza però che venga meno la dimensione metastorica (la sottile ricerca di pesi e contrappesi presente nelle Epigrafi), che appartiene squisitamente al suo côté esoterico, che traspare anche in queste opere (e bene fa Trolese a evidenziare, a tale proposito, citando l’ultima Epigrafe, Pour remercier la pluie au matin, il rapporto a dir poco ossessivo che Debussy ebbe esotericamente con l’acqua...
Non solo audiofili
The Late Debussy - Etudes & Epigraphes Antiques - Axel Trolese
Recensione completa: Non Solo Audiofili
[...] Axel Trolese affronta con sorprendente sicurezza questi dodici studi, per i quali non è indispensabile solo un alto magistero tecnico ma anche espressivo-stilistico. In quest'abbacinante esordio discografico stabilisce con autorevolezza la sua elevata caratura d'interprete. Siamo indubbiamente al cospetto di un artista che, a dispetto della giovane età, dimostra una straordinaria maturità e l'insofferenza a uniformarsi a certe tipologie pianistiche "trendy" dettate dalle tendenze del momento. Claude Debussy appare come un autore a lui assai congeniale, ne sorregge a meraviglia l'opera di smaterializzazione, dilatazione della sostanza tematica. Con altrettanta efficacia è in grado di evidenziare gli improvvisi soprassalti e le parti di più intensa drammaticità.
È nato un nuovo genio pianistico?
Non saprei, ma ho il forte sospetto che questo sia avvenuto...
Convince la qualità audio di questo CD, molto dinamica e ricca di dettaglio.
OperaClick
Venezia - Ateneo Veneto: Axel Trolese
Recensione completa: OperaClick
[...] Trolese ha presentato, ed eseguito senza soluzione di continuità, le due Polacche opus 26 di Chopin, dimostrando non solo una condizione splendida di virtuosismo strumentale, ma anche il possesso di una tavolozza d’interprete capace di non sovrapporre mai la propria personalità a quella dei diversi Autori.
Non molto noto è il successivo pezzo eseguito da Trolese: la Sesta Sonatina di Busoni, pubblicata nel 1921 come Kammer-Fantasie über Bizets Carmen. [...] Da un lato Trolese s’è dimostrato padrone d’una tranquilla e non esibita sicurezza, insolita in un artista tanto giovane, dall’altro di un’ammirevole sensibilità d’espressione. La fantasia finale, non meno complessa strumentalmente e non aliena da qualche spunto sottilmente ironico, ha richiesto a Trolese una nuova dimostrazione di maestria timbrica. Prima d’eseguirla, il pianista ha poi “raccontato” al pubblico, con notevole chiarezza, la Danse macabre di Saint-Saëns nel suo “ampliamento” lisztiano. Con questo pezzo ha raggiunto, a mio avviso, il culmine tecnico tra i pezzi in programma, trascinando l’attento pubblico a una vera ovazione anche grazie a un’insolita forza “rappresentativa”.
I due fuori programma hanno riandato le giornate del Premio Venezia dello scorso anno: dapprima Trolese ha ripetuto Des Abends, il primo deiPhantasiestücke di Schumann presentati nella serata finale, dimostrando anche con questo amatissimo pezzo una grande maturazione di tocco; poi ha eseguito uno dei più impegnativi “pezzi d’obbligo”, il dodicesimo degli Études di Debussy, quello difficilissimo pour les accords, da sonare décidé, rythmé, sans lourdeur… Non so come l’avesse sonato l’anno scorso, ma suppongo molto bene, visto che approdò poi alla finale; l’esecuzione di lunedì scorso avrebbe fatto onore a qualsiasi pianista, sia dal punto di vista tecnico, sia da quello cosiddetto “musicale”.
Insomma, mi permetto di raccomandare a tutti: correte ad ascoltare questo ragazzo!